qualche instante nella testa di un maschio

barba

i rituali danno significato alla vita quotidiana. uno di questi per i maschi è il  farsi la barba. una sequenza di atti che riaffermano in pochi gesti come ci piace essere presentati al mondo.
io di solito la faccio una volta alla settimana. essendo un peeling abrasivo sulla pelle del volto preferisco distanziarlo il più che posso
non è che ci tengo a farla come ci tiene a imporla la gillette, con tutto griffato dalla loro collezione che comprende lametta, schiuma, balsamo, dopobarba e lozione e neppure come dal rituale tradizionale di altri tempi, dove c'era di mezzo l'increspatura della schiuma  col pennello specifico e taglio con lama da barbiere (onestamente non oso immaginar un taglio alla gola con una roba del genere senza filo, mi fa venire i brividi)
infatti ho notato c'è una nicchia molto particolare per questi prodotti che tra l'altro sono anche costosi nei confronti di quelli simili (oltretutto per la qualità materica progettata per durare anni e anni)

inizio passando col rasoio elettrico in modo di diminuire il pelo al minimo. mi infastidisce vedere il lavandino sporco di peli tagliati a secco. lo so i danni che riportano alle tubature. qualche volta ho provato a aprire lo scarico intasato di sporcizia, grasso umano, capelli e oltretutto peli di barba, uno schifo. preferisco pulirli con la carta a mano anziché lasciandoli scorrere con l'acqua
lavo la pelle del volto con acqua tiepida, e la ricopro con crema di sapone creata fra le mie mani
tiro fuori un rasoio nuovo con almeno due lame e lo passo sul volto dall'alto al basso per tutte le angolature del volto. gli angoli più impegnativi da passare sono i bordi della mascella. eseguito questo screening lo ripeto ma nell'altro senso, dal basso in alto.
pulisco la crema sporca di peli con l'acqua tiepida che scorre dolcemente. passo le mani lavate sulla pelle per controllare i soliti angoli che sfuggono al passaggio e insisto senza troppo accanimento. odio tagliarmi ma per me è impossibile non finire con un poro aperto.
acqua fredda di chiusura e un due schiaffi leggeri imbevuti di profumo, non lo uso quasi mai, ma il rituale lo impone
mi piace farla nudo, coperto soltanto con l'asciugamano
mentre faccio le smorfie mi perdo in pensieri di ogni genere: da quelli inutili, idee da scrivere oppure quelli che programmano la giornata
alla fine ritorno in me stesso e trovo la mia pelle meno scura che contrasta coi miei capelli più neri del solito (vabeh, ho anche i miei capelli brizzolati che adoro, ma in quel momento spariscono dalla mia vista)
odio dover farla in fretta. il rischio di tagliarmi è decisamente superiore

alla fine è come quella carica che ti offre il caffè del mattino, quel turbo che ti dice: vediamo che sorpresa ci depara questa  giornata speciale

 

 

( v )

 

 

 

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